Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG: sempre più internazionale e sostenibile

Il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG ha presentato i contenuti del Rapporto economico annuale curato dal Centro Studi di Distretto di Conegliano Valdobbiadene e coordinato scientificamente dal Cirve dell’Università di Padova. Per la Denominazione è l’occasione di lanciare uno sguardo al prossimo futuro, fare un primo bilancio del 2017 e ripercorrere le sfide affrontate e i risultati raggiunti.
Per quanto riguarda l’analisi dei dati del 2016, sui quali si focalizza il Rapporto economico annuale, si leggono risultati che descrivono una Denominazione che prosegue con convinzione lungo la strada della sostenibilità. In particolare emerge in modo evidente quale sia stato il contributo dei produttori di Prosecco Superiore DOCG nell’attuazione di politiche sostenibili che puntino a mantenere l’equilibrio tra sostenibilità economica, quella sociale e quella ambientale. «Il Conegliano Valdobbiadene è una terra ricca di valore e bellezza da preservare e gestire con cura e attenzione – dichiara Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Il Rapporto annuale stilato come di consueto dal Centro Studi di Distretto e dal Cirve dimostra che i coltivatori e i produttori di questa terra stanno lavorando con impegno proprio in questa direzione. Oltre ai dati più che soddisfacenti del biologico del 2016 e alle adesioni consistenti delle aziende ai progetti di tutela ambientale promossi dal Consorzio, viviamo con grande soddisfazione anche i dati economici del 2017 che registrano circa 93 milioni di bottiglie vendute entro la fine dell’anno. Infine” prosegue il Presidente Nardi, “il coronamento del nostro impegno che si esprime attraverso la crescita a valore, che nel 2017 si attesta intorno a un fatturato di 521 milioni di euro, ovvero +6% rispetto al 2015».

Il presidente Innocente Nardi

Questi traguardi sono stati guidati dall’attività del Consorzio che negli ultimi anni ha sviluppato e diffuso diversi progetti di sostenibilità, primo fra tutti il Protocollo Viticolo, un documento che propone e promuove un sistema virtuoso di difesa integrata della vite. «Considerato il totale della produzione di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG l’84% è prodotto seguendo le indicazioni del Protocollo Viticolo – dichiara Vasco Boatto, Professore Ordinario Università di Padova e Responsabile Centro Studi di Distretto. Oltre al Protocollo Viticolo sono stati promossi e finanziati altri progetti di cui possiamo leggere risultati incoraggianti. Oltre al vino prodotto seguendo il Protocollo, il 13% è prodotto secondo i dettami della lotta integrata e il 3% secondo i paradigmi produttivi del biologico, biodinamico e protocolli di sostenibilità».

Nel 2016 il numero di imprese che imbottigliano Spumante Docg biologico risultano in aumento del 20% rispetto al 2015. Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg biologico ha dimostrato una forte crescita a valore (+37%) e a volume (+32%). Il biologico è cresciuto soprattutto nel mercato italiano con una quota di oltre il 50% a volume. Sui mercati esteri, si registrano performance altrettanto interessanti. In particolare, la Germania si conferma la prima nazionale importatrice con il 34% della quota a valore, mostrando un +6% in termini assoluti sul 2015. Tra i principali importatori seguono, per rilevanza: UK (19% a volume); la Svizzera, con una quota del 15% a valore; gli USA, con il 12% della quota a valore e una crescita del 74%.
Proseguendo nell’analisi degli approcci “sostenibili” delle aziende della Denominazione, si registra una crescita del coinvolgimento delle imprese Docg in interventi di sistemazione idraulico-agraria del terreno e volti alla preservazione degli elementi di pregio del paesaggio vitivinicolo, raggiungendo le 69 unità al 2016 (pari a un aumento del 9% sul 2011). Al 2016 questo cambiamento è stato accompagnato dall’incremento del numero di interventi di restauro e mantenimento del patrimonio architettonico locale (+31% rispetto al 2011), vedendo la partecipazione di 48 imprese Docg.
Di particolare interesse è il dato sulla piantumazione in prossimità dei vigneti, di nuove formazioni di alberi ed essenze arbustive volte ad arricchire la biodiversità del paesaggio e dell’ecosistema viticolo, (pari al 27% circa). Questi nuovi investimenti hanno portato anche all’impianto di siepi, che esercitano, oltre al ruolo di mitigazione della deriva dei prodotti antiparassitari, un maggior livello di tutela del paesaggio e di riserva dell’entomofauna utile. Queste ultime azioni hanno visto la partecipazione del 22% di imprese Docg.
Per quanto riguarda invece gli investimenti in risorse energetiche rinnovabili, nel 2016 sono stati affrontati da 84 aziende spumantistiche, pari a un aumento del 30% nel periodo analizzato (2011-2016). Gli investimenti nelle altre fonti energetiche rinnovabili (che comprendono, ad esempio, quelli in centrali idroelettriche, solare termico, ecc.) hanno risparmiato all’ambiente circostante l’emissione di alcune migliaia di tonnellate di anidride carbonica e di energia elettrica necessaria al processo produttivo.
Sempre più imprese spumantistiche Docg (ormai siamo a 108 aziende pari a circa l’81%) adottano metodi di riciclo dei materiali di scarto della produzione in vigneto. Grazie a questo incremento, la partecipazione aziendale in queste azioni, misurata rispetto al 2011, è stata contrassegnata da un ulteriore aumento (+16%).
Al 2016, quasi il 90% delle aziende Docg riutilizza i sottoprodotti della trasformazione dell’uva (raspi, vinacce, fecce, ecc.) in vigneto come ammendanti nella fertilizzazione del terreno, fornendo così un contributo al mantenimento della sua peculiare natura.
I sarmenti sono utilizzati per finalità energetiche nel 20% delle imprese Docg, mentre nel 15% sono utilizzati per l’ottenimento di compost in combinazione con vinacce.

Nell’ambito della sostenibilità in cantina, sempre più imprese spumantistiche Docg dichiarano di impegnarsi su questo fronte, raggiungendo, al 2016, le 130 unità (pari al 72% del totale). Rispetto al 2015, tra le pratiche di cantina, si registra un aumento del coinvolgimento delle case spumantistiche Docg nel riutilizzo delle acque di cantina ai fini della fertirrigazione dei vigneti (+26%) e di altre pratiche eco-sostenibili. Infine per quanto riguarda la fase finale della produzione, si nota un lavoro di miglioramento dei packaging, sempre più eco-sostenibili (+14%), per un totale, al 2016, di 44 imprese spumantistiche Docg su 181 (24% circa del totale). In particolare, dall’esame dei risultati ponderato sulla produzione Docg in bottiglia, si evidenzia che: il 73% è confezionata con vetro alleggerito e/o costruita con vetro riciclato; il 36% prevede la chiusura con capsule che utilizzano vernici all’acqua, si provvede al riciclo dei tappi e altri materiali; il 22% circa utilizza etichette ultrasottili, prodotte con carta FSC; il 48% circa consta di cartoni /imballaggi biodegradabili e/o più leggeri e/o meno ingombranti.
Lo sforzo delle aziende, considerata la vicinanza geografica fra loro, consentirà al sistema del Conegliano Valdobbiadene Docg di dare un importante contributo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo intelligente, inclusivo e sostenibile fissati dalla Strategia Europa 2020.

L’export: i mercati tradizionali, strategici e i nuovi importatori
Nel 2016 la crescita sui mercati esteri ha raggiunto i 180,9 mln di euro, dunque registra una crescita del 14% a valore. Per quanto riguarda invece il volume di bottiglie vendute si arriva a 35,8 mln corrispondente a un +12%. Nel 2016 sono ben 151 le aziende che esportano Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG nel mondo, ovvero l’80% del totale. I mercati tradizionali sono i mercati in cui il Prosecco Superiore DOCG è radicato da più tempo. Qui le importazioni continuano a crescere, ma più lentamente trattandosi di mercati maturi. La Germania si conferma il primo mercato di esportazione per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, con una crescita del 15% a valore corrispondente a 40 mln di euro e a 7, 4 mln di bottiglie vendute da 120 aziende esportatrici. In Svizzera la crescita arriva addirittura al 16% a valore ovvero 33 mln di euro, per 7,1 mln di bottiglie vendute da 108 aziende esportatrici. Infine in Austria si cresce del 14%, 8,8 mln di euro per 1, 8 mln di bottiglie vendute da 100 aziende esportatrici.
I mercati strategici sono invece quei mercati, talvolta molto ampi per dimensione, in cui la crescita ha subito una forte accelerata negli ultimi anni. Ne fanno parte tra gli altri: il Regno Unito, USA, Benelux e Canada. In UK si registra in realtà un calo del 9% a valore che corrisponde a 27,5 mln di euro e 5,5 mln di bottiglie vendute. Oltre Manica operano 93 aziende esportatrici. Nel Benelux è una vera e propria impennata: +74% ovvero 14,8 mln di euro per 2.9 mln di bottiglie vendute da più di 100 aziende esportatrici.
Oltre Oceano invece crescono sia USA (+8%, 13,8 mln di euro per 2,9 mln di bottiglie) che Canada (+12% 6,1 mln di euro per 1,4 mln di bottiglie).
I nuovi importatori invece sono quei mercati che solo recentemente hanno approcciato il mercato del vino e degli spumanti, sono piccoli ma promettenti. Tra questi Australia e Nuova Zelanda che crescono a valore del 48% corrispondenti a 5,4 mln di euro per 970.000 bottiglie vendute da 34 aziende esportatrici. Cina e Hong Kong che crescono del 45%, corrispondente a 840.000 euro e 183.000 di bottiglie vendute da 17 aziende esportatrici.

Distribuzione in Italia per Aree Nielsen e i canali distributivi in Italia
In tutte e quattro le macro aree Nielsen il Conegliano Valdobbiadene continua a crescere. Il Nord est si conferma la prima area con un incremento del 6% rispetto al 2015 e 20 mln di bottiglie vendute; il nord ovest registra un +8% raggiungendo un volume del 17.3 mln di bottiglie. Se invece il Centro resta sostanzialmente stabile, sui 7,8 mln di bottiglie, è l’area Sud e isole che imprime l’accelerata più significativa: una crescita del 12% e 4,4 mln di bottiglie vendute.
Infine analizzando i canali di vendite si evince anche nel 2016 le centrali d’acquisto si sono confermate il principale canale di vendita con una quota 37% seguite dall’Ho.re.ca. con una quota del 29% e dai grossisti con il 26%.