Da hobby a professione

È il percorso compiuto dal giovane fondatore del birrificio artigianale DiciottoZerouno di Oleggio Castello. Dalla prima imbottigliatrice manuale al monoblocco che confeziona prodotti di eccellenza realizzati seguendo stili riconosciuti a livello internazionale. Obiettivo: non urtare il gusto del consumatore ma accompagnarlo nella scoperta della qualità. Con etichette che si facciano ricordare e sorseggiare anche successivamente.

Un’antica cascina lombarda risalente al XVII secolo situata a Oleggio Castello, nel Novarese, a poche centinaia di metri dalla riva del Lago Maggiore, rivela al suo interno il birrificio fondato dal giovane Davide Sica che ha trasformato un desiderio in realtà. Ha cioè convertito un hobby normalmente coltivabile fuori dall’orario di lavoro, come tanti homebrewer sanno, e che di solito finisce alla sei di sera dopo aver timbrato il cartellino, in un’impresa artigianale. Da qui la scelta del nome, “DiciottoZerouno”, a indicare proprio un’attività che inizia quando se ne interrompe un’altra e che Davide porta avanti con Marco Bonfà che ha da tempo deciso di unirsi a lui. «In realtà ora non è più così. Il birrificio ci assorbe a tempo pieno. Gli stiamo dedicando tempo e risorse ma stiamo anche raccogliendo soddisfazioni», esordisce Davide subito dopo averci accolto con la cortese determinazione che replica la logica ferrea suggerita dallo slogan del birrificio che non ammette repliche: “Chi beve birra ha ragione”.

Se l’eleganza è bilanciata

E in effetti al di là di chi la beve, anche chi produce birra, in questo caso DiciottoZerouno, ha buone ragioni dalla sua visto che è riuscito a mettere in bottiglia prelibatezze capaci di incontrare un crescente gradimento tra il pubblico. Un successo meritato del resto, dopo aver attraversato pazientemente la fase pionieristica iniziata imbottigliando con una macchina manuale Gai a quattro becchi, tenuta ancora bella lucida a far mostra di sé negli ambienti dominati dai soffitti a volta della cascina in mattoni rossi. Le birre prodotte da DiciottoZerouno sono tutte non pastorizzate e non filtrate, sia ad alta che a bassa fermentazione, e riprendono gli stili classici con limitate concessioni alla fantasia e all’interpretazione. Così la Bohemian Pilsner “Caraibi”, con il suo colore oro e dall’aroma floreale, erbaceo, ricorda con la bilanciata eleganza e la trasparenza cristallina lo stile nato a Pilsen, nell’odierna Repubblica Ceca, nella prima metà dell’Ottocento prima di diffondersi nel mondo.

Secche e ben luppolate

Certo, anche tra le pilsner si notano alcune differenze che i connosseurs sanno riconoscere. In Germania sono ad esempio più secche e luppolate rispetto a quelle morbide e un po’ meno amare che riproducono lo stile originario con maggiore fedeltà, come fa DiciottoZerouno. «Aroma, gusto e aspetto sono codificati a livello internazionale per ciascuno stile birrario ed è all’interno di quei parametri che bisogna rimanere se ci si vuole fregiare in etichetta di certe diciture», spiega Davide.

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