Bag in Box: sostenibilità e tecnologia per la qualità

Secondo gli analisti il trend del vino in Bag in Box continuerà a crescere soprattutto nei piccoli formati (da 2 a 5 litri) e con esso cresceranno la richiesta di qualità, tipologie e varietà.

Negli ultimi anni il mercato del Bag in Box (BiB) è cresciuto nella maggior parte dei paesi anche di lunga tradizione vitivinicola come la Francia dove secondo un’indagine di Agrimer (l’agenzia di informazione sui mercati agricoli del Ministero dell’Agricoltura Francese) nel 2014 rappresentava il 36% sul totale dei vini confezionati venduti.

Sul mercato italiano, dove tra i packaging alternativi al vetro domina il brik, il Bag in box cresce molto più lentamente con una quota di mercato che secondo un’elaborazione del Corriere Vinicolo su dati IRI è passata dall’1,5% del 2010 al 2,1 % del 2015.

Il concetto è semplice: una sacca flessibile in materiale plastico multistrato sigillata con un rubinetto e chiusa in una scatola: alla sua apertura la sacca si svuota progressivamente senza far entrare aria e garantendo una shelf life della confezione aperta anche di alcuni mesi e l’assenza di sprechi.

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Il “vino in scatola” è apprezzato per i vantaggi legati all’economicità (il sito di Black Box, leader di mercato negli Stati Uniti, evidenzia la possibilità di aggiudicarsi vini medagliati a un prezzo inferiore del 40%), alla sostenibilità, al minor spreco, alla maggiore facilità di consumo outdoor e in occasioni sociali.

La sfida per i produttori di vino che scelgono il confezionamento in BiB sta nel prolungare il più possibile la shelf life del prodotto, che mediamente si aggira tra i 6 e i 9 mesi.

Insieme a Patrick Vuchot, enologo e PhD in Food Science e a lungo ricercatore presso Inter Rhone dove ha sviluppato un’ampia esperienza sull’uso del Bag in Box che lo ha portato oggi al ruolo di Chief Scientist della divisione Bag in Box della Smurfit Kappa, abbiamo fatto il punto sulle conoscenze sui materiali e sul loro controllo e abbiamo posto la nostra attenzione sul know how necessario per ridurre i rischi di confezionamento e gestire in modo ottimale un Bag in Box di qualità.

Controllo nella preparazione del vino e al riempimento

Il prolungamento della shelf life di un vino in BiB dipende essenzialmente dalla possibilità di controllo del rischio ossidativo dalla fase di preparazione del vino, al riempimento, fino poi alla conservazione del prodotto confezionato. I punti critici e i parametri da tenere sotto controllo sono quindi, da un lato, la presenza di ossigeno disciolto e, dall’altro, la garanzia di una corretta protezione antiossidante, legata soprattutto al contenuto in anidride solforosa libera, generalmente superiore in fase di riempimento a quello adottato negli imbottigliamenti, il cui consumo determinerà la conservazione delle caratteristiche organolettiche del prodotto e la durata della stessa shelf life.

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