“Mango li cani” di Hibu, la fruit beer che parte dolce e finisce amara

Manco tu fossi assetato, manco l’estate fosse alle porte e lo spacciatore di fiducia di frutta del birrificio avesse messo da parte qualche cassetta di troppo di manghi succosi e profumati.

Ecco, “Mango li cani” è come il bambino preso con le dita nella marmellata: una fruit beer generosa (5,4 gradi d’alcol) e amara al punto giusto (28 ibu) con lo sguardo birichino, uscita ora ora dal birrificio artigianale brianzolo Hibu.

Per disegnarne l’etichetta il mastro illustratore Giuseppe Ferrario si è ispirato a Ettore, il cane del birrificio. Che proprio abboccaticcio non si può definire, lui mangia solo costolette barbecue, manghi e ogni tanto si concede di fiutare una fruit beer. Ecco perché gli è stata dedicata: aroma tropicale spinto ed evidenti tracce agrumate a bilanciare il rapporto fra dolcezza e amaro. Come si chiede a una bevuta che deve chetare l’arsura, una birra di colore ambrato carico, con riflessi arancio, schiuma fine e compatta che neppure la lingua lunga di Ettore riesce a domare. Beverina si adatta a questo preciso momento in cui la primavera si trasforma in estate. Non a caso è una “fugace”, una delle ricette che Raimondo crea per due mesi all’anno (in questo caso maggio e giugno, dopodiché sotto alla prossima). Secca, con un’entrata iniziale dolce dovuta proprio alla scelta di Ettore (ops, di Raimondo Cetani, il mastro birraio) di aggiungere manghi a volontà, che sul finale si trasforma in una gradevole sensazione di pulizia. Quasi quasi tendente all’amarognolo. Anzi, senza il quasi. Ed Ettore beve.