Salcheto: Nobile di Montepulciano a basso impatto

Per produrre in modo sostenibile, dal punto di vista ambientale, economico e sociale, il primo sguardo deve essere rivolto ai consumi: un’attività che consumi meno risorse (e produca meno rifiuti o meglio li riutilizzi) diviene automaticamente più sostenibile. È questo, insieme alla valorizzazione della qualità del prodotto, uno dei principi che hanno guidato Michele Manelli, presidente di Salcheto (Montepulciano, Siena) in tutte le scelte aziendali, dalla progettazione della prima cantina Off Grid, energeticamente autonoma, all’introduzione di metodi di coltivazione e trasformazione delle uve a basso impatto. Il tutto con l’obiettivo di migliorare negli anni l’interazione con l’ambiente e con la società attraverso la misura di una serie di indicatori misurabili e certificabili come la Carbon Footrpint (Salcheto è stata la prima azienda a certificare secondo gli standard ISO 14064 l’impronta carbonica di una bottiglia di vino), la Water Footprint e l’indice di biodiversità.

La cantina di Salcheto, in funzione dalla vendemmia 2011, è stata progettata con l’obiettivo principale di ridurre al massimo le azioni meccaniche nel rispetto dell’integrità delle uve destinate alla produzione del Nobile di Montepulciano, del Salco, il cru dell’azienda e degli altri vini, soprattutto rossi. Il layout “per caduta” riduce al minimo la necessità di pompe per la movimentazione di pigiati, mosti e vini.

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Dall’ampio piazzale, che sovrasta i due livelli semi-interrati e inseriti nel profilo della collina, le uve, raccolte in cassette e sottoposte a una cernita manuale agevolata da un tappeto vibrante, vengono convogliate attraverso una serie di aperture direttamente collegate con le vasche di vinificazione sottostanti sulle quali si sposta il cantiere di pigiatura e nelle quali l’uva scende per gravità. Le stesse aperture a oblò, insieme a una cupola centrale in plexiglass più grande, ospitano i sistemi di illuminazione a collettori solari (rimossi al momento del riempimento delle vasche) che permettono di illuminare senza l’uso dell’energia elettrica i piani inferiori della cantina, semplicemente captando i raggi solari.

Dal piano di vinificazione i vini vengono spostati dopo la fermentazione malolattica, sempre per caduta a quello ancora inferiore, dove si trovano la barriccaia, i locali per l’imbottigliamento, i magazzini, e la zona di carico e scarico.

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