Tra tecnologia e rispetto dell’ambiente

La mission della cantina Caparzo di Montalcino (Si) è quella di produrre vini naturali, controllati ma non manipolati, e realizzati tramite impianti all’avanguardia e moderni sistemi di produzione.

«Credo che tutti i nostri vini possano definirsi ecosostenibili, perché sono il prodotto diretto di una filosofia aziendale volta al rispetto totale della natura. Una sensibilità che da anni ispira l’azienda, un modo di fare, a mio parere, da molto tempo all’avanguardia». È soddisfatta e orgogliosa nel pronunciare queste parole Elisabetta Gnudi Angelini, proprietaria di Caparzo, una delle prime cantine storiche di Montalcino e tra quelle che hanno contribuito alla creazione del mito del Brunello. Fondata nel 1970, l’azienda diviene subito centro di innovazione e sperimentazione e nel 1998 viene acquistata dall’attuale titolare, che fa della salvaguardia dell’ambiente un valore inalienabile della sua attività. Tutti i cambiamenti attuati negli ultimi anni, infatti, sono stati ispirati da un sempre maggiore ammodernamento degli impianti e del sistema di produzione, verso una vitivinicoltura a impatto zero. Da una parte è stata realizzata una nuova cantina di invecchiamento completamente interrata e fra le più tecnologiche della zona, dall’altra sono stati reimpiantati i vigneti e, grazie ad alcune attente acquisizioni, il parco vigna è passato dagli iniziali 46 a circa 90 ettari vitati, dei quali 28 a Brunello e 18 a Rosso di Montalcino.Imbottigliamento016 (10a)

Lavabottiglie e monoblocco di riempimento
È un impianto di imbottigliamento moderno, quello della cantina Caparzo di Montalcino (Si), composto da sistema di filtrazione mediante housing in acciaio inox, lavabottiglie e sciacquatrice per sanitizzazione interna delle bottiglie, monoblocco di riempimento con tappatore raso bocca, tappatore per screw caps, macchina per lavaggio esterno della bottiglia, distributore di capsule, rullatrice per capsule, etichettatrice e impianto di chiusura e marcatura scatole. «Due sono le macchine fondamentali per il nostro impianto – racconta la titolare Elisabetta Gnudi Angelini -. La prima è la lavabottiglie e sciacquatrice Promec, in grado di lavare e sanitizzare internamente i vetri rimuovendo eventuali corpi estranei tramite un getto di acqua a pressione; la bottiglia, successivamente, viene asciugata tramite un getto di gas inerte (azoto). Il secondo macchinario degno di nota è il monoblocco di riempimento con tappatore raso bocca Gai, una macchina riempitrice con possibilità di svuotamento dell’aria contenuta nelle bottiglie prima del riempimento e inertizzazione del vuoto effettuato tramite insufflaggio di azoto. Il macchinario è dotato anche di livellatore post-riempimento, mentre il tappatore raso bocca di un’apparecchiatura per vuoto in pre-tappatura con insufflaggio di gas inerte prima dell’ingresso del tappo nel collo della bottiglia».