La Toscana si piazza al terzo posto nella classifica dell’export di vino

È la terza regione italiana sui mercati internazionali per l’export di vino (15% a valore). Un riconoscimento che arriva anche dal consumatore degli Stati Uniti: la Consumer Insight di Wine Monitor mostra che il 21% dei consumatori di vino indica la Toscana come regione produttiva dei vini che apprezza di più.

Il vino è sempre più un prodotto “globalizzato”. A dirlo sono i numeri di Wine Monitor Nomisma. Lo spostamento dei consumi mondiali di vino dai Paesi tradizionalmente produttori e consumatori (Italia, Francia e Spagna) verso “nuove” aree di consumo ha infatti dato un forte impulso agli scambi internazionali di settore, che nel giro di 15 anni sono quasi raddoppiati arrivando a quasi 26 miliardi di euro nel 2014.

Fonte Wine Monitor Nomisma
Fonte Wine Monitor Nomisma

I produttori vitivinicoli italiani hanno saputo certamente cogliere le nuove opportunità di business derivanti da tale globalizzazione: nel decennio 2004-2014 le vendite di vino Made in Italy sui mercati esteri sono passate da 2,8 a 5,1 miliardi di euro. L’importanza del ruolo dei mercati internazionali per il vino è confermata dal fatto che nel 2014, per la prima volta, le esportazioni a volume hanno raggiunto dimensioni analoghe ai consumi interni (poco più di 20 milioni di ettolitri).

La Toscana si piazza al terzo posto nella classifica dell’export di vino: 761 milioni di euro di vino esportati nel 2014, con un balzo in avanti del 2% rispetto al 2013 ma con una performance di medio periodo molto positiva (+49%). Guida il Veneto, con 1,67 miliardi di export di vino (+63% rispetto al 2009), soprattutto grazie anche al momento magico che stanno vivendo Prosecco e Amarone.

La Survey di Wine Monitor sugli operatori internazionali, ha misurato, tra le altre cose, la brand awareness dei territori vinicoli europei e ha messo in luce le principali zone di produzione di vini di successo: ben 6 regioni sono italiane. Tra queste primeggia ancora una volta il Veneto – che sembra aver ormai conquistato una sorta di leadership nel panorama dell’export enologico internazionale – seguito nell’ordine da Toscana, Sicilia, Piemonte.

Tuttavia esportare non è così facile e la concorrenza dei competitor internazionali è sempre più agguerrita: occorre quindi conoscere in maniera approfondita il mercato, diversificare l’offerta a seconda del target che si vuole intercettare e porre attenzione a packaging, etichetta e modalità di comunicazione.