Anche il vino è vegano, dalla cantina all’imbottigliamento

8786022048_693c3bd053_bLe produzioni per vegetariani e vegani diventano sempre più accurate ed esigenti. Anche quelle di vino. Non tutti sanno, infatti, che nella fase di vinificazione si possono utilizzare sostanze di origine animale come le proteine del latte (caseinati) e dell’uovo (ovoalbumina), usate nella chiarificazione dei vini. I vegani quindi devono orientarsi verso vini che contengano solamente sostanze di origine minerale e con adeguate garanzie non solo in fase di vinificazione.

Il Gruppo CSQA-Valoritalia controlla, attraverso un complesso iter procedurale, che in tutte le fasi della produzione in cantina fino all’imbottigliamento, sia garantita l’assenza di prodotti di origine animale compresi i materiali per l’imbottigliamento, come la colla per le etichette fino al nastro adesivo con cui si chiudono i cartoni.

Per bere vino vegano certificato è, dunque, importante leggere le etichette oppure rivolgersi alle prime 10 aziende vitivinicole italiane che producono questo prodotto, contrassegnate con il marchio “Qualità Vegetariana Vegan”. Nella Regione Marche sono: l’azienda agrobiologica San Giovanni, la cantina Offida e la società agricola Ciù Ciù, tutte nel Comune di Offida (Ascoli Piceno), la società agricola Pievalta a Maiolati Spontini (Ancona) e l’azienda vinicola Costadoro a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno). In Toscana, invece, troviamo la fattoria Casabianca a Murlo (Siena) e il frantoio La Pieve ad Arcille di Campagnatico (Grosseto). Infine, olearia vinicola Orsogna nel Comune di Orsogna (Chieti), l’azienda di Venturino Giancarlo nel Comune di Vaglio Serra (Asti) e Perlage S.r.l. in provincia di Treviso, a Farra di Soligo.

«Da inizio anno – ha detto Michele Crivellaro Direttore Marketing di CSQA – sono aumentate le richieste di questa certificazione soprattutto da parte delle aziende che vendono nel canale Ho.Re.Ca. I requisiti principali affinché un prodotto possa ottenere la certificazione e utilizzare il logo Qualità Vegetariana Vegan tramite la certificazione di parte terza sono l’esclusione di ingredienti e derivati di origine animale e l’assenza di parti di origine animale anche nelle attrezzature e nei materiali di confezionamento».

Anche dal punto di vista analitico sono migliorati gli strumenti di garanzia per questa tipologia di mercato grazie ad un progetto di ricerca iniziato nel 2009 dal MIPAAF e curato dall’Università di Milano e da Unione Italiana Vini, sono stati messi a punto 2 metodi di analisi, specifici per il vino e basati sul sistema ELISA, che possono permettere di individuare residui di derivati di latte e uova con un limite di rilevabilità migliorativo rispetto a quelli precedentemente disponibili. I metodi sono stati valutati e validati attraverso uno studio collaborativo interlaboratorio che ha incluso 12 laboratori italiani qualificati.