L’etichetta diventa tecnologica

IMG_4306Tradizione e modernità possono andare di pari passo anche in un settore come quello oleario. L’anello di congiunzione tra queste due caratteristiche, solo in apparenza antitetiche, è la tecnologia, che permette di trasmettere al consumatore finale il patrimonio di cultura, capacità produttiva, attenzione alla sicurezza che c’è dietro una bottiglia di olio extravergine di oliva. Come spesso accade sono i giovani a credere nelle potenzialità offerte da Internet e Agrié, azienda leccese nata solo 4 anni fa, rappresenta il primo progetto Internet of Food legato alla tracciabilità e alla autenticazione dell’olio d’oliva. Nicola Santoro, titolare dell’azienda, ci spiega cosa lo ha portato ad adottare i-Like Food, una soluzione nata per fornire tutte le informazioni su un alimento e instaurare un dialogo diretto con il cliente finale.

Ci racconta qualcosa sulla sua azienda?

Agriè è un’azienda nata nel 2010 quando, dopo essermi laureato in ingegneria e aver sostenuto una tesi  sulla Produzione sostenibile in Agricoltura nel settore olivicolo, ho deciso di tornare alle origini e di applicare sul campo quanto avevo studiato. Non sono partito da zero: da sempre la mia famiglia possiede alcuni ettari di uliveto nel Salento, ma in passato non avevamo mai pensato di creare un nostro marchio. Consumavamo noi stessi l’olio che producevamo o lo vendevamo a livello locale, ad amici e conoscenti. Ora l’azienda è più strutturata, abbiamo una linea di quatto extravergine di oliva, 8 olii aromatizzati e alcune referenze di olive da tavola e patè di olive. Rimaniamo una piccola azienda: il nostro non è un prodotto da grande distribuzione, ma ci stiamo organizzando per allargare il nostro mercato, procedendo per tappe.

etichetta con qr codeE come si inserisce in tutto ciò la scelta di adottare la piattaforma i-Like Food?

Quando ho intrapreso questa avventura volevo poter rendere universali e condivisibili i valori della mia terra, intrinsecamente contenuti negli oli di Agriè. Sulla base della mia formazione sapevo quanto la tecnologia potesse rappresentare una leva competitiva anche per settori apparentemente molto lontani come quello alimentare. È proprio per questo che ho scelto Holonix che, con la sua suite i-Like Food, ha tradotto in pratica le mie aspirazioni e ha contribuito a rendere gli oli Agriè altamente distintivi.

Avevo bisogno di riuscire a mostrare a tutti i nostri acquirenti l’intero universo che c’è attorno ai nostri olii e il valore aggiunto che essi offrono. Volevo ridurre la distanza tra l’azienda e i consumatori. Tutto ciò è stato possibile grazie all’implementazione di questo sistema, una soluzione a moduli molto avanzata che ci permette di ottimizzare la gestione dell’intero ciclo di vita e che consente – attraverso un QR code – di fornire informazioni sull’origine della bottiglia.

Leggendo il codice con uno smartphone, l’utente viene indirizzato a una pagina web con tutte le informazioni sulla specifica bottiglia, così può conoscere lotto di appartenenza, data di molitura delle olive, tipologia d’olio, provenienza, oltre a una serie di utili consigli su come utilizzare, abbinare o servire l’olio o altri dettagli su eventuali premi vinti o sui suoi gusti e sapori.

Una piattaforma per tracciare e comunicare
Se la generazione di un QR code è semplice, il difficile è riempire questo “contenitore virtuale” di informazioni. Per questo è stato necessario costruire una piattaforma tecnologica. Agriè si è appoggiata a Holonix, spin-off del Politecnico di Milano, nato nel 2010 dopo anni di ricerche a livello internazionale, condotte dal Professor Marco Taisch e dall’Ingegner Jacopo Cassina. L’obiettivo di Holonix è aiutare le aziende a ottimizzare i propri processi operativi tramite un approccio basato sulla capacità di gestire la conoscenza generata nel ciclo di vita di un prodotto in modo efficiente. Per questo motivo, il team di Holonix ha creato la piattaforma i-LiKe (Intelligent Lifecycle Data and Knowledge), una soluzione a moduli per le imprese che vogliono ottimizzare la gestione dell’intero ciclo di vita dei propri prodotti applicabile anche nel settore food and beverage. Dichiara Jacopo Cassina, amministratore delegato di HOLONIX: «C’è sempre più attenzione da parte dell’utenza a cosa mangiamo e a come gli alimenti vengono prodotti, ma anche conservati e manutenuti. A questo si aggiunge la minaccia che arriva dall’estero con prodotti apparentemente nostrani, ma realizzati in tutt’altra parte del mondo a cui si associano le direttive degli organi comunitari in tema di sicurezza alimentare. Ecco che disporre di una piattaforma tecnologica che consenta di tracciare ogni singola fase della preparazione di un alimento e di disporre di tutti i dati direttamente su uno smartphone è un valore aggiunto importante che rende il consumatore protagonista attivo del suo acquisto nonché della sua selezione alimentare. Poter offrire a una azienda giovane che fa dell’innovazione uno dei suoi valori chiave la nostra soluzione è per noi motivo di grande orgoglio».

Questo sistema non ha comportato troppi problemi da un punto di vista organizzativo?

Direi di no, si tratta semplicemente di inserire i parametri relativi a ogni bottiglia in una pagina web. Quanto alla stampa del QR code in etichetta, non comporta alcun problema.

Quello che mi preme sottolineare è che questo progetto può rappresentare un primo passo nell’ambito di un ben più grande progetto che vorremmo sviluppare in ambito comunitario circa la certificazione dell’olio di oliva. Però quel percorso è più lungo e laborioso e dobbiamo individuare dei possibili partner.

Per lei la sostenibilità è un valore molto importante. Quali sono i suoi progetti in questo senso?

Il mio intento è quello di affiancare alla filiera dell’olio extravergine di oliva, una filiera degli scarti. Pensi che su 100 chili di olive frante, meno del 20% diventa olio, il resto è rappresentato da sansa, acque di vegetazione e altri scarti. Rendere sostenibile la produzione dell’olio, significa sfruttare tutti questi sottoprodotti per creare valore. Tracciare la filiera produttiva mi permette anche di gestire meglio gli scarti, mettendomi in condizione di poterli utilizzare.

Un altro progetto, che per ora è solo sulla carta, ma che spero divenga presto realtà, riguarda gli imballaggi, vorremmo creare con alcune cooperative locali un sistema virtuoso che permetta ai nostri consumatori di riportare le bottiglie vuote al punto vendita in cui le hanno acquistate, con l’intento di riutilizzarle. Questo progetto ha due valenze, la prima è quella della sostenibilità ambientale, perché si sostiene, in un circuito locale il riutilizzo dell’imballaggio; la seconda è economica. Questo aspetto non riguarda tanto il valore della singola bottiglia, che di per sé è limitato, quanto il fatto che facendo tornare il cliente nel punto vendita per restituire la bottiglia ci sia un aumento delle vendite tra circa il 5 e il 20%, a tutto vantaggio sia della nostra azienda, che del punto vendita che aderisce a questo progetto.

 

 

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