Gli amici del vetro

Scegliere l olio d oliva“Guarda oltre l’etichetta, il packaging conta”: questo lo slogan coniato da FEVE (European Container Glass Federation) e dalla community “Friends of glass” per sollecitare i consumatori a non fermarsi all’elenco degli ingredienti, alle informazioni nutrizionali o alla data di scadenza di ciò che stanno per acquistare, ma ad ampliare i criteri di scelta includendovi il packaging.

Nata nel 2008 come campagna di sensibilizzazione sul vetro, “Friends of glass” è oggi uno stimato e seguito opinion maker cui aderiscono istituzioni, aziende, consumatori che promuovono la scelta dei contenitori in vetro come stile di vita a tutela di salute, sostenibilità e per il mantenimento delle caratteristiche organolettiche degli alimenti.

I timori degli Europei

FEVE, “Friends of glass” e Assovetro hanno recentemente sintetizzato e divulgato i risultati dello studio “Glass health pr survey”, condotto tra febbraio e marzo 2014 dall’Istituto di ricerca indipendente InSites Consulting, tra i consumatori di 11 Paesi europei.

Per ottenere un risultato attendibile e ponderato sono stati intervistati poco più di 1.000 consumatori per ciascuno dei cinque Paesi a maggior densità demografica: Francia, Italia, Germania, Spagna, Regno Unito e poco più di 500 consumatori per ciascuna delle altre sei nazioni considerate (Austria, Croazia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Svizzera) per un totale di 8100 intervistati di età compresa tra 25 e 64 anni.

Il 75% erano donne.

Dando per scontate le grandi preoccupazioni per il futuro derivanti dalla crisi economica, i partecipanti sono stati sollecitati a indicare cosa li preoccupasse di più tra i seguenti temi: il proprio stato di salute, la sicurezza alimentare in termini di composizione degli alimenti ingeriti o di tutela della salute della famiglia e dei propri figli, aspetti di carattere ambientale, terrorismo – criminalità, corruzione della classe politica, sicurezza pubblica, incidenti stradali.

Al primo posto vi è la preoccupazione per il proprio stato di salute (61%), la seconda classificata è la sicurezza alimentare (la media europea è intorno al 54% – ma in Francia, Italia e Spagna il dato sale al 60%).

Quattro genitori su dieci si preoccupano per la sicurezza di ciò che mangiano i propri figli; l’apprensione aumenta al diminuire dell’età dei bambini fino a coinvolgere nove famiglie su dieci qualora vi siano dei neonati.

FEVE suggerisce i nuovi obiettivi comunitari
Fanno discutere le proposte di FEVE in merito ai nuovi obiettivi comunitari per il riciclo e il riutilizzo dei materiali da imballaggio. Dato per scontato che il vetro sia riciclabile all’infinito senza pregiudicare le caratteristiche meccaniche e prestazionali della materia prima ricavabile, FEVE auspica di passare presto dall’attuale 71% di riciclo medio in ambito UE a una quota del 100%. Sarebbe un significativo contributo alla sostenibilità ambientale perché, oltre a ridurre le emissioni di CO2, il riciclo del vetro è un processo efficiente in termini di consumi energetici. FEVE sollecita l’Unione Europea a optare per il 100%, accompagnando quest’ambizioso obiettivo con misure strutturali intese a conseguirlo. Altrettanto drastica è la sua posizione in merito al riutilizzo. Un contenitore di vetro può essere riutilizzato in media per 40 volte, anche se il sistema “vetro a rendere” è efficace ed efficiente solo in determinate condizioni e per specifici modelli di business. Se la UE deciderà di definire degli obiettivi per il riutilizzo, FEVE chiede che riguardino tutte le categorie di imballaggi e non solo il vetro. Inoltre, partendo dal presupposto che “ciò che non può essere misurato, non può essere migliorato”, l’associazione sollecita l’Unione europea a migliorare le modalità di raccolta dei dati statistici relativi alle quantità di materiali da imballaggio immesse in commercio, raccolta differenziata, riciclo e riutilizzo.

Il rapporto contenitore-alimento

La possibilità che gli alimenti possano essere contaminati a causa di azioni fraudolente (adulterazioni, sofisticazioni o contraffazioni) o per manomissioni dei contenitori preoccupa il 71% degli intervistati.

Si ferma invece al 66% il numero di coloro che teme contaminazioni imputabili ai materiali di confezionamento; italiani, spagnoli e cittadini dell’Europa orientale temono più di altri le possibili contaminazioni e migrazioni di composti chimici. Il dato sale infatti al 73%.

Il materiale più citato a tal proposito è la plastica (59%), seguita da lattine per bevande (51%), barattoli in banda stagnata per conserve (50%), bag in box (42%), carta e cartoni (38%). Ultimo è il vetro (15%), percepito come parimenti sicuro dai consumatori di tutti i Paesi coinvolti nello studio.

Particolarmente interessante il confronto con i dati raccolti nel 2010, durante un’analoga ricerca (figura 1).

Perché si sceglie il vetro

Le preoccupazioni per la salute hanno un ruolo fondamentale nelle decisioni d’acquisto di alimenti e bevande in contenitori di vetro.

Il 61% di chi abitualmente li preferisce è convinto che il vetro sia il materiale il più sicuro dal punto di vista salutistico.

In un’analoga indagine, condotta nel 2010, il consenso si fermava al 48%.

La seconda motivazione è il mantenimento delle caratteristiche organolettiche dei prodotti; seguono: il ridotto impatto ambientale, il mantenimento della shelf life, l’immagine premium della confezione (figura 2).

L’ 87% degli intervistati raccomanderebbe il vetro come materiale di confezionamento primario.

Il dato non registra distinzioni tra uomini e donne, famiglie con o senza bambini.

Vi è invece una piccola ma significativa differenza in base all’età: gli over 45 sono più entusiasti rispetto alla fascia di popolazione più giovane.

Le cifre italiane del vetro cavo
Secondo Assovetro, in Italia, nel 2013 la produzione di contenitori in vetro cavo (bottiglie, flaconi, vasi, stoviglie) è stata pari a 3,58 milioni di tonnellate, con un incremento del 1,5%, rispetto allo stesso periodo del 2012. Il trend positivo è il risultato di mix composito. A fronte di una crescita del 2% nel settore bottiglie e di un 3% in quello delle stoviglie, si registrano la relativa stabilità del comparto vasi ed il consistente calo (- 10%) della flaconeria per i settori cosmetica, profumeria, industria farmaceutica. Il tasso di riciclo degli imballaggi in vetro è aumentato di due punti percentuali passando dal 71 al 73%.