Messico, le nuove frontiere dell’olio d’oliva italiano

olio in bagno

Che il Messico potesse diventare una delle mete più interessanti per l’olio italiano non era certo previsto. Eppure anche in questo Paese, così distante da noi per gusti e costumi, il fascino e soprattutto il sapore del Made in Italy stanno già riscuotendo un discreto successo. Complice il positivo scenario economico interno e una politica di interscambi commerciali molto favorevole all’importazione di prodotti dall’Unione Europea. E così, dopo lo spumante, anche il nostro olio di qualità ha iniziato a occupare un posto privilegiato sulle tavole dei messicani, anche se per il momento si tratta solo di quelli più facoltosi.

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Gente che ama divertirsi

Con oltre 116 milioni di abitanti e un Pil di circa 868 miliardi di dollari, il Messico rappresenta la tredicesima economia mondiale e la seconda dell’America Latina dopo il Brasile. Le stime dell’Ice, l’Istituto per il Commercio Estero, raccontano di quasi un decimo di messicani con tenore di vita superiore alla media. Stiamo parlando di una popolazione piuttosto giovane e altospendente. Incredibilmente, infatti, l’età media dei cittadini messicani è di soli 26 anni (fonte Inegi, Istituto di Statistica e Geografia messicano) e non c’è da stupirsi se una larga fetta della popolazione è oggi attratta dai nuovi consumi affluenti e dai prodotti di marca, soprattutto italiani. A questo si aggiunga il fatto che il Paese offre una buona copertura offerta dalla rete di trasporti pubblici, con linee aeree interne a prezzi accessibili e infrastrutture turistiche molto sviluppate. Ma la cosa più interessante è che anche il settore dello shopping è molto diversificato, e per questo accessibile a tutti, e la presenza di locali di ottimo livello con offerta enogastronomica raffinata permette di introdurre con buona probabilità di successo i prodotti premium della produzione olearia italiana.

olive oilLe politiche economiche favorevoli

In Messico la classe media è da tempo in ascesa, mentre il trend occupazionale è attualmente in rialzo. Tutto ciò ha riflessi positivi sui consumi delle famiglie, che molto probabilmente continueranno a crescere. In questo scenario l’olio italiano è perfettamente in grado di intercettare le nuove richieste del mercato messicano, oggi alle prese con un grande rilancio sul piano infrastrutturale. Sono infatti molti i progetti messi in cantiere dal nuovo governo del presidente Enrique Peña Nieto nell’ambito di un ambizioso piano di sei anni per lo sviluppo economico del Paese. Si tratta di investimenti importanti nell’ambito dell’ammodernamento delle telecomunicazioni, della costruzione di strade, ferrovie, porti e aviazione. Tutte opere che contribuiranno a favorire la distribuzione delle merci e delle reti di marketing in questo enorme Paese. Un approdo ideale, dunque, per tutte le aziende italiane che desiderano collocare quaggiù i propri prodotti.

Libero scambio e dogane

L’accordo di libero scambio tra Ue e Messico è entrato in vigore il 1° luglio 2000 e consente alle esportazioni provenienti dall’Unione Europea di entrare nel Paese a condizioni tariffarie molto favorevoli. Dal 2000, circa la metà delle esportazioni dell’Ue sono infatti entrate in Messico in totale franchigia di tasse doganali. Per quanto concerne lo sdoganamento e i documenti di importazione per le merci provenienti dall’Italia, oltre alla documentazione tradizionale, è necessario compilare il modello Eur.1, che permette di usufruire dei benefici del trattato di libero scambio Messico- UE. Per inserirsi meglio nelle procedure e soprattutto nella mentalità messicana, è sempre bene trovare un intermediario locale che sia in grado di gestire gli accomodamenti locali e preparare il “Pedimento de Importacion”, cioè la dichiarazione richiesta dall’ufficio doganale messicano per autorizzare l’importazione di merci. Quest’ultima deve essere accompagnata da una fattura commerciale contenente luogo e data di emissione, nome e indirizzo dell’importatore, certificato di origine, una descrizione dettagliata delle merci e il loro costo. La descrizione del prodotto deve essere in spagnolo, inglese o francese, oppure deve essere accompagnata da una traduzione in spagnolo.

ImmagineConoscere l’economia informale

Nonostante le notevoli disparità economiche, il Messico non può essere certo considerato un Paese povero. Fa parte, anzi, del gruppo delle principali economie emergenti. Di sicuro, però, la qualità e il clima delle transazioni sono quelli tipici di un Paese ancora in via di sviluppo, con un notevole risalto attribuito alle regole non dette e non scritte della comunicazione e del commercio. Qui assumono infatti una grandissima importanza le conoscenze personali e i contatti informali, ragion per cui gli accordi con i partner locali si riescono a stringere solo dopo lunghi e frequenti incontri a cena o in situazioni di piacere reciproco. Nulla da togliere al genuino clima di contentezza e di allegria, ma è meglio sapere queste cose per tempo per non farsi cogliere impreparati. Niente di più distante dal freddo aplomb inglese! La nostra figura di riferimento in Messico deve dunque conoscere il mercato e le usanze del posto, oltre a garantire una rete di contatti con le persone chiave nelle aziende del settore, specie in quelle della distribuzione.

ImmagineI documenti necessari

Oltre alla dichiarazione in dogana (Dau) usualmente richiesta per tutte le spedizioni al di fuori dell’Unione Europea, le spedizioni destinate al Messico devono essere accompagnate da: a) Fattura commerciale in tre esemplari. Redatta preferibilmente in lingua spagnola, deve riportare oltre alle menzioni usuali le seguenti indicazioni: – il valore Fob delle merci, espresse nella moneta di fatturazione, con l’indicazione per esteso della moneta, il dettaglio dei costi di spedizione e assicurazione; – la firma autografa di una persona abilitata, preceduta dalla ragione sociale o dal timbro dell’impresa. La firma deve essere riportata su ciascun esemplare della fattura commerciale; – infine è utile notare che, in applicazione del codice doganale messicano, le fatture non devono riportare correzioni, cancellature o annotazioni Imbottigliamento che alterino i dati originali. b) Documenti Eur.1. Per usufruire del regime preferenziale applicato ai prodotti della Comunità Europea occorre redigere il certificato Eur.1 che servirà a destinazione come giustificativo di origine. Le spedizioni di valore inferiore a 6mila euro o effettuate da un esportatore accreditato devono essere accompagnate da una dichiarazione. Quest’ultima deve essere redatta sulla fattura, su un buono di consegna o su altro documento commerciale che descriva i prodotti in questione in modo dettagliato. c) Certificato di origine. È indispensabile per le merci di origine terza e deve essere stabilita sul modello comunitario. Le regole relative all’emissione e impiego del certificato di origine sono precisate nell’allegato XI. d) Certificato di non contaminazione radioattiva per tutti i prodotti agroalimentari importati dall’Europa. Il certificato è rilasciato dall’ufficio veterinario delle Asl di appartenenza.