Packaging sempre più ecosostenibile, anche nel vino

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Le direttive europee in tema di rifiuti puntano con decisione verso la prevenzione. Le scelte ecosostenibili per le aziende diventano sempre più una priorità, anche in tema di confezionamento.

L’Unione Europea va sempre più verso un’economia sostenibile. L’obiettivo non poi così lontano da raggiungere nel prossimo trentennio è il “decoupling” – la dissociazione – ossia annullare quell’equazione che lega l’incremento del benessere e della popolazione alla maggior produzione di rifi uti e sfruttamento di risorse.

ImmagineImmagineRiciclo dei rifiuti, risultati incoraggianti

Attraverso una serie di documenti legislativi e programmatici, ultima la direttiva UE 2008/98 CE, l’Unione europea sta indicando agli Stati Membri un percorso di sviluppo sostenibile, basato su tre principi: prevenzione, riciclo e riutilizzo, migliore gestione e monitoraggio finale dei rifiuti. I dati sulla produzione e la gestione dei rifiuti sono incoraggianti e lasciano ben sperare, anche se molto rimane da fare. In tema di rifi uti d’imballaggio, in particolare, il Rapporto Rifiuti Urbani 2013 dell’ISPRA, (Rapporti n.176/2013 ISPRA) indica che nel 2010, sono stati prodotti circa 78,7 milioni di tonnellate di rifi uti, con un incremento del 2,7% rispetto al 2009. Riducono la produzione di rifi uti tra il 2009 e il 2010 11 Paesi UE con percentuali variabili tra -23,9% dell’Ungheria e -0,3% di Cipro. Slovacchia, Lussemburgo, Polonia e Lettonia fanno, invece, registrare i maggiori incrementi rispettivamente: 10,4%; 12,3%; 13,6%; 14,9%. Fanno anche registrare un aumento cospicuo, compreso tra il 5,1 e l’8,3%, in ordine crescente: Italia, Bulgaria, Austria, Germania, Paesi Bassi e Finlandia. Ancora secondo il rapporto, sono gli imballi cellulosici – carta e cartone – a rappresentare nel 2010 la frazione più signifi cativa con 31,1 milioni di tonnellate pari al 39,5% del totale rifi uti di imballaggio. Seguono: il vetro con 16 milioni di tonnellate (20,3% del totale rifi uti di imballaggio); la plastica 14,8 milioni di tonnellate (18,9% del totale rifi uti di imballaggio); il legno 12 milioni di tonnellate (15,3% del totale rifiuti di imballaggio); metallo 4,5 milioni di tonnellate (5,8% del totale rifiuti di imballaggio). Venendo alla gestione dei rifiuti d’imballaggio, il rapporto ISPRA indica che sono stati complessivamente recuperati nell’Unione Europea 60 milioni di tonnellate di rifiuti corrispondenti al 76,2% del totale dell’immesso al consumo nell’anno 2010. Di questi 49,8 milioni di tonnellate pari al 63,3% sono stati riciclati. Brillano per quanto riguarda le percentuali di recupero i materiali cellulosici con un 91%, pari a 28,3 milioni di tonnellate, e di riciclaggio con un 83,5%, pari a 25,9 milioni di tonnellate.

Contenitori all’insegna della leggerezza

Prevenire è il caposaldo della direttiva 2008/98/CE: ancora una volta il Parlamento europeo ribadisce come la prevenzione dei rifiuti rappresenti il livello superiore nella gerarchia delle modalita di gestione degli stessi, ritenendola prioritaria rispetto ad altre misure di diversa natura. Prevenire significa agire a monte, ancor prima che l’imballaggio venga prodotto. Servono quindi imballaggi più “green” che se da un lato riducono l’impiego di maniera prima, dall’altro facilitino le attività di gestione dei rifiuti. Molto in questo senso è stato fatto se la grammatura delle bottiglie di PET è stata pressoché dimezzata dall’inizio del nuovo millennio a oggi, se il peso delle bottiglie di vino è diminuito di circa il 20% passando dai 575 grammi degli anni Ottanta agli odierni 450 grammi, se le lattine di alluminio sono più leggere del 20%. Da parte delle aziende produttrici gli esempi virtuosi non mancano, come testimonia il recente Dossier Prevenzione di CONAI – Consorzio Nazionale Imballaggi. Il dossier raccoglie le valutazioni effettuate sulle novità apportate in materia di progettazione ecologica d’imballaggi da 30 aziende per categorie merceologiche differenti – alimentari solidi, alimentari liquidi, detergenza domestica, altri settori. Gli interventi delle aziende hanno riguardato per il 75% imballaggi primari e per il rimanente secondari e terziari e hanno consentito una riduzione complessiva di emissioni di CO2 nell’atmosfera pari al 22%; questo intervenendo in particolare sul risparmio della materia prima utilizzata, sulla semplificazione del sistema d’imballaggio e sull’organizzazione della logistica.

ImmaginePack ecosostenibile anche per le cantine italiane

Sempre in tema di esempi virtuosi, focalizzando sul mondo del vino, le aziende che hanno puntato su soluzioni ecosostenibili per il confezionamento dei propri vini non mancano. Così l’azienda vinicola Salcheto di Montepulciano – prima azienda al mondo ad aver certificato la carbon footprint di una bottiglia di vino (secondo lo standard ISO 14064, nel 2011), azienda che ha messo tra i cardini della sua filosofia produttiva il continuo miglioramento della sua sostenibilità ambientale e sociale, oltre che economica – ha scelto, per inscatolare i propri vini, cassette ricavate dal legno dei bancali usurati non riutilizzabili. Ma l’ecosostenibilità del pack non si ferma qui perché Salcheto ha imballato le proprie bottiglie con separatori morbidi antiurto ricavati dagli scarti di lavorazione dei pannolini ecologici e ha pensato anche a un riutilizzo della confezione di legno, la quale potrà ospitare, una volta consumato il vino, piante di rosmarino e salvia, ottenute dai semi in omaggio con la confezione. Sempre in Toscana, questa volta Marchesi de’ Frescobaldi ha deciso di utilizzare per l’intera produzione, eccetto per i vini di maggior pregio, “Lean + Green”, bottiglie di vetro realizzate ad hoc da O-I con una grammatura inferiore del 30% rispetto alla classica bottiglia, soluzione che consente di ridurre l’impiego di materia prima, l’energia e la CO2 emessa per la realizzazione del contenitore, di ridurre le emissioni durante la fase di trasporto e di limitare il volume di rifiuti nel post consumo (vedi riquadro di approfondimento).

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Una bottiglia “verde” per il vino?

Il packaging sostenibile, quindi, avanza. In California, per esempio, lo studio di progettazione Pfeiffer Lab ha sviluppato in collaborazione con Malama Composities un innovativo e modulare contenitore di bottiglie di vino capace di proteggere efficacemente i vini di pregio durante il trasporto e la successiva conservazione. Il progetto vuole coprire un’esigenza sempre più sentita da molte case vinicole che effettuano la spedizione diretta dei loro vini di pregio al consumatore estero. Il packaging è assolutamente “ecofriendly” perché vengono utilizzati polioli a base vegetale anziché derivati del petrolio; la capacità protettiva nei confronti del calore rende queste confezioni molto adatte alla spedizione di un prodotto delicato come il vino. Nel Regno Unito è nata, invece, la GreenBottle un contenitore per liquidi – vino, latte, succhi di frutta, acqua e olio – formata da un sottile guscio esterno di carta pressata e da uno strato di plastica o ecoplastica all’interno. La GreenBottle è biodegradabile e compostabile non necessita di particolari sistemi di immagazzinamento, di trasporto e di distribuzione. Il contenitore ha un peso di soli 55 grammi contro i poco meno di 500 della bottiglia in vetro, per produrla e trasportarla si abbattono di 10 volte le emissioni di CO2. Per il latte, dove il consumatore già da tempo è orientato verso la bottiglia biodegradabile, la novità è stata accolta con favore, ma quando parliamo di vino…?

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