Mercato

Bevande analcoliche, la crisi si sente

Succo

 

Forti della spinta salutistica e del fatto di essere le bevande più economiche, le acque confezionate fanno registrare un leggero aumento, in controtendenza con il settore. I volumi consumati infatti si portano a 52,2 miliardi di litri/anno, pari al 44,6% del totale bevande analcoliche consumate nei Paesi UE. Il consumo pro capite delle acque confezionate è salito a 106,3 litri/anno, contro i 105,7 del 2011. I Paesi che ne consumano di più sono l’Italia, con 11,4 miliardi di litri e 190 litri pro capite, e la Germania con 13,9 miliardi di litri e 169 litri pro capite.

La categorie dei diluitables, ovvero bevande ottenute per diluizione in acqua di sciroppi e altri preparati, può contare sui 7,8 miliardi di litri consumati, la maggioranza dei quali (60% circa) nel mercato britannico (3, 2 miliardi di litri e 52 litri/anno pro capite) e francese (1,4 miliardi litri e 22 litri/ anno pro capite). Anche succhi e nettari hanno risentito della crisi dei consumi. Nel 2012 i consumi si sono portati a 10,3 miliardi di litri contro i 10,6 del 2011, registrando una flessione del 3,3%. I Paesi UE che ne consumano di più sono Germania (2,6 miliardi di litri e 32 litri/anno pro capite) e Francia (1,7 miliardi di litri e 26 litri/anno pro capite).

I principali mercati mondiali

Nel 2010, ma la situazione non è variata di molto, i primi 5 mercati di bibite analcoliche contavano il 60% del totale consumi mondiali, e i primi 10 Paesi pesavano per circa i tre quarti del consumo totale. In testa, gli Stai Uniti che da soli valgono circa il 30% del mercato mondiale, con un consumo pro capite di 200 litri a testa ogni anno. Un primato quasi tutto dovuto al consumo delle bibite gasate. Negli ultimi anni, a causa della pubblicità negativa dovuta all’elevato potere calorico, le bibite gasate zuccherate sono state, in alcuni casi, superate nelle vendite dalle corrispettive light/zero (cioè senza zuccheri, con dolcificanti a bassissimo apporto calorico). Dietro agli USA, si afferma come consumi totali (27,5 miliardi di litri), ma non pro capite (solo 20 litri/ anno), la Cina, forte dei suoi 1,351 miliardi di persone (dato 2012).

Le bibite maggiormente consumate dai cinesi sono quelle lisce, in particolare tè freddo, e funzionali, soprattutto sport drink. Al terzo posto troviamo il Messico (con circa 20 miliardi di litri e un pro capite di 176 litri/anno), davanti al Brasile (15 miliardi di litro e un pro capite di 79 litri/anno).

[box bg=”#cccccc” color=”#000000′ title=”Tra vecchi e nuovi prodotti”]

Tra le bevande analcoliche, la categoria di maggior peso è rappresentata dalle bibite gassate, con più dei due terzi del totale bibite. D’altronde le prime bibite gassate risalgono alla fine dell’800. Questi prodotti hanno avuto un grande sviluppo per tutto il ‘900. Ultimamente, i consumi sui mercati più evoluti, come il nord America e l’Europa sono in una fase di maturità, mentre nei Paesi emergenti i consumi continuano a crescere. A causa delle forti campagne salutistiche contro le bibite gassate zuccherate, le principali aziende produttrici hanno immesso sul mercato le versioni senza zucchero a bassissimo apporto calorico.

Negli anni ’70 hanno conosciuto la loro fama le bibite analcoliche lisce. Ma mentre il tè freddo si è sviluppato rapidamente in Nord America, in Asia e in Europa, il caffè freddo conta su consumi marginali un po’ dappertutto. Le ultime nate sono le bibite analcoliche funzionali, principalmente gli sport drink e gli energy drink. Forti nel sud Est asiatico si sono progressivamente fatte conoscere in tutta l’Asia, in nord America e in Europa.
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