Dossier

Il futuro di carte e cartoni

Legno

 

Verso la vera sostenibilità

Negli ultimi anni, la sostenibilità, da sempre connaturata al settore cartotecnico, si è trasformata in sviluppo sostenibile comprensivo di obiettivi economici, ambientali e sociali. Gli imballaggi cellulosici derivano da fibra di legno; oggi le foreste europee dedicate alla produzione di carta sono davvero sostenibili: la crescita dei nuovi alberi supera la quantità di legno utilizzato. Il 50% dell’energia primaria usata dal comparto cartario proviene da biomasse e i sottoprodotti del processo produttivo forniscono elettricità e vapore, evitando il ricorso a fonti di energia non rinnovabili.

Ora si pensa a politiche volte all’obiettivo “rifiuti zero”, tra queste ci sono: una maggior valorizzazione degli impianti di riciclo; miglioramento della raccolta differenziata; incentivazione del Green public procurement e dell’utilizzo da parte di privati di prodotti ricavati da materiale riciclato; razionalizzazione di un quadro normativo tuttora caratterizzato da troppe instabilità che non favoriscono investimenti di medio lungo periodo nel settore. Per i materiali cellulosici è inoltre indispensabile arrivare a una corretta e univoca definizione del “End of waste”, stabilendo i criteri che determinano quando i materiali recuperati, cessano di essere considerati rifiuti e diventano nuovamente una materia prima o un prodotto.

Lo standard EN 643

Lo scorso novembre, CEPI (Confederation of European Paper Industries) ha presentato la nuova versione dello standard EN 643, relativo alle caratteristiche della carta da riciclo; la prima edizione risaliva al 2002. Indipendentemente dalla forma, sono riciclabili carta, cartone e materiale cellulosico abbinato ad altri costituenti non removibili con la cernita a secco (patinatura, laminatura, rilegature). Lo standard sancisce il divieto di mescolare ai maceri materiali non sicuri, pericolosi per la salute e per l’ambiente (per esempio rifiuti sanitari, prodotti per l’igiene personale contaminati) e i rifiuti organici (residui di cibo, bitume, polveri tossiche e simili).

Qualora fossero rinvenuti in una fornitura, il macero sarà respinto. Sono invece “materiali indesiderati” quelli inadatti alla produzione di carta e cartone, ossia componenti non cellulosici, carta e cartone non disinchiostrabili o di grado diverso da quello stabilito nella pertinente sezione dello standard. Il macero consegnato alla cartiera deve essere triturato il meno possibile; solo così sarà facile identificare le suddette non conformità. La principale modifica rispetto alla versione 2002 è l’inserimento del massimo grado consentito di componenti non cartacei, fissato al 1,5% nelle principali categorie di maceri considerati. La percentuale è calcolata con riferimento al peso e deve essere valutata con metodi di campionamento e misura concordati tra le parti. L’EN 643 versione 2013, sollecita l’intera filiera ad utilizzare il sistema RIDP (European Recovered Paper Identification System), inteso a garantire la tracciabilità delle forniture a tutela della sicurezza del prodotto. È possibile accedere al sistema tramite il sito www.recoveredpaper-id.eu.

I nuovi accordi UE-USA

L’industria cartaria statunitense ed UE assommano il 40% della produzione mondiale e diverse società hanno unità produttive in entrambe i continenti. Nel 2012 gli scambi commerciali tra i due blocchi produttivi hanno superato i 5 miliardi di euro (1,5 miliardi sono riferiti ai maceri e alle paste per carta, il resto a carta e derivati). AF&PA (The American Forest & Paper Association) e CEPI stanno collaborando in sede di negoziati TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) per ridurre o eliminare le barriere economiche e legislative agli scambi commerciali tra USA e UE. Risolto il problema dei dazi, oggi si cerca un avvicinamento su altri temi scottanti come la normativa igienicosanitaria sul legno, le energie rinnovabili, le biomasse, l’ambiente, gli standard per i maceri e la carta riciclata. Una convergenza di intenti e operativa che, se attuata, porterà a una significativa riduzione dei costi e a un notevole incremento di efficienza.

Bottiglie

L’etichettatura ambientale volontaria

Sostenibilità significa anche informazione rigorosa verso i clienti e i consumatori. Lo scorso autunno CONAI ha pubblicato sul proprio sito il documento “Etichetta per il Cittadino”, un vademecum indirizzato ad aziende, consumatori e comuni inteso a promuovere e favorire la raccolta differenziata di qualità. Il documento segnala alcune informazioni ambientali minime da riportare volontariamente sull’imballaggio per facilitare il corretto smaltimento post consumo, migliorare la qualità della raccolta differenziata, semplificare la selezione e il riciclo degli imballaggi. Ogni azienda può presentare tali informazioni nella veste grafica che meglio risponde alle proprie esigenze di spazio e al proprio stile di comunicazione.

Queste diciture integrano, ma non sostituiscono quelle di carattere tecnico-legislativo in vigore nei diversi Paesi UE ed extra UE, riassunte nelle “Linee Guida per l’etichettatura ambientale degli imballaggi” predisposte dalla Commissione Ambiente dell’Istituto Italiano Imballaggio. Le informazioni ambientali minime proposte da CONAI rispondono a due semplici quesiti: “che cosa è?” (che tipo di materiale è?); “dove va?” (può essere recuperato? Riciclato? Va nella raccolta differenziata o indifferenziata?). Queste informazioni di base possono essere integrate rinviando a un sito web.

Cosa è?

Carta, cartone e cartone ondulato sono a base di fibre cellulosiche, prevalentemente di natura vegetale. Una prima grande distinzione è costituita dalla grammatura, ossia il peso del materiale espresso in grammi al metro quadro. Quando la grammatura non supera i 250 g/mq si classifica come carta, fino a 400 g/mq cartoncino, oltre i 400 g/mq cartone. Il vademecum è applicabile ad etichette, imballaggi (cartoni, astucci, valigette, cluster, poliaccoppiati a prevalenza carta per bevande o alimenti liquidi) e accessori di imballaggi.

Dove va?

Gli imballaggi cellulosici possono tornare ad essere imballaggi o diventare elementi di arredo, giochi, oggetti di cancelleria ed altro ancora. A tal fine sono raccolti secondo la modalità monomateriale; in alcuni comuni i cartoni per bevande sono raccolti con la plastica. Sottoponendo l’imballaggio al test di riciclabilità secondo il Metodo di prova Aticelca MC 501-11 si ottengono suggerimenti per rendere ancora più riciclabile l’imballaggio (ad esempio tramite variazione dei materiali impiegati), ottimizzare il pack e indicare, se lo si desidera, sulla base della propria responsabilità, che l’imballo è riciclabile con la carta. Non sono conferibili in raccolta differenziata i contenitori di prodotti pericolosi, carte sintetiche e ogni tipo di carta, cartone o cartone ondulato sporco. Queste ultime tipologie possono essere recuperate come energia per combustione.