Vini di Valtellina crescono

 

Quando il Crotto aprì i battenti nel 1928 il vino veniva servito al tavolo insieme a prodotti tradizionali della Valtellina
Quando il Crotto aprì i battenti nel 1928 il vino veniva servito al tavolo insieme a prodotti tradizionali della Valtellina

Fin dall’inizio il motto è stato “qualità assoluta”.

Una scelta per certi versi voluta e per altri necessaria. Partivo da una situazione di svantaggio: ero un piccolo produttore di vini non certo blasonati come quelli toscani o piemontesi… Se non avessi percorso la strada della qualità sarei stato fagocitato inesorabilmente dalla concorrenza. Cominciare da zero è stata una fortuna, perché abbiamo instaurato subito un preciso rapporto con i conferenti, ai quali abbiamo chiesto la migliore qualità dell’uva. Poi il resto della qualità l’ho realizzato in cantina puntando, innanzitutto, sull’igiene e l’eliminazione delle vecchie botti, poi sui parametri di produzione veri e propri.

È stata dura, ma i risultati poi sono arrivati…

Complice anche il ristorante. Ogni giorno potevo proporre a una clientela diversa i miei vini. Certo un’ottima vetrina! E chi assaggiava il mio vino, spesso lo cercava nella propria città o lo acquistava direttamente da noi. Lo scoglio più arduo da superare è stato quello del prezzo, più elevato rispetto ad altri vini di pregio presenti sul mercato, d’altronde qui le lavorazioni in vigna richiedono molta manodopera: ne consegue un prezzo dell’uva più elevato.

A proposito di vigneti, all’inizio in locazione, poi di proprietà.

Lavoriamo su un totale di 20 ha dei quali una parte in proprietà. Produciamo principalmente nella zona del Sassella, quella più importante per tradizione e per storia. Un terroir che dà vini con una complessità importante.

Soddisfatto dei suoi vini?

Mi piacerebbe che il nebbiolo valtellinese diventasse il vino di Borgogna italiano; di fatto le zone di produzione sono equiparabili per condizioni strutturali di denominazione, anche se il territorio bordolese non è una valle alpina. Quello che ci separa, invece, sono i 400 anni di selezione clonale effettuati in Borgogna. Proprio su di essa dovrà essere rivolto il nostro impegno per ottenere vini sempre più eleganti.

Mamete Prevostini, cosa vi ha spinti a investire nell’ecosostenibiltà?

Volevamo esaltare l’ecosostenibilità, il rispetto per l’ambiente e per la Valtellina. La nostra filosofia è molto semplice: traferire quella naturalità e semplicità con cui avviene la maturazione dell’uva nei terrazzamenti valtellinesi anche nella fase successiva della trasformazione delle uve in vino. Da qui la scelta di seguire il protocollo dell’Agenzia CasaClima di Bolzano che oggi può certificare come tutte queste nostre attenzioni si siano concretizzate in questa cantina a impatto zero: una cantina che produce energia elettrica, grazie a un impianto fotovoltaico in grado di soddisfare oltre 50% fabbisogno energetico, e che assicura anche un ambiente di lavoro favorevole sia per chi vi opera, sia per mantenere integre le proprietà del prodotto in tutte le fasi di lavorazione, mediante un apposito sistema di condizionamento.

Il nostro percorso verso la certificazione è iniziato nel 2009, con l’obiettivo di realizzare una nuova cantina che concretamente comunicasse l’attenzione dell’azienda al territorio, alla natura, oltre che alla produzione di Vini di Valtellina. Ciò si è tradotto in una prima fase di precertificazione (conclusasi lo scorso febbraio) che ha visto non solo l’analisi del progetto di costruzione della nuova cantina di Postalesio (SO), ma anche il miglioramento della cantina esistente di Mese (SO), al fine di ottenere i criteri di qualità richiesti dal protocollo CasaClima Wine.

Il Ristorante Prevostini è oggi uno dei più caratteristici crotti della Valchiavenna
Il Ristorante Prevostini è oggi uno dei più caratteristici crotti della Valchiavenna

Ci descrive la cantina?

La cantina si sviluppa su 3.000 mq ed è disposta su tre piani che consentono una lavorazione del vino a caduta naturale. Nello specifico, al piano superiore avviene l’appassimento e la pigiatura, al piano intermedio la fermentazione e al piano interrato l’affinamento. La nuova cantina CasaClima Wine di Postalesio racchiude in sé tutta la filosofia che da sempre contraddistinguere l’azienda: essenzialità e concretezza del prodotto “Vino di Valtellina”, processo di vinificazione all’avanguardia e attenzione al territorio.

Questa cantina è nata per produrre vino nel modo più semplice e rispettoso della materia prima e del territorio circostante, cercando di ottenere qualitativamente il miglior vino possibile. Per questo abbiamo scelto di certificarla CasaClima Wine, un marchio di qualità dell’Agenzia CasaClima di Bolzano, che valuta la compatibilità ambientale, l’efficienza energetica dell’edificio, oltre ai consumi di risorse lungo l’intera filiera produttiva del vino, dalla raccolta della materia prima all’imbottigliamento e trasporto.

Quali aspetti riguarda la certificazione?

Il protocollo di certificazione CasaClima Wine è strutturato secondo tre aree di valutazione – Natura, Vita e Trasparenza – che individuano i diversi aspetti della sostenibilità. Il primo aspetto riguarda la sostenibilità della filiera produttiva. L’efficienza energetica è il focus della valutazione CasaClima Wine. Nella nuova cantina di Postalesio, per sfruttare al meglio lo scambio termico con il terreno e garantire “naturalmente” condizioni di temperatura e umidità adatte alla maturazione e conservazione del vino, è stato previsto un isolamento continuo in fibra minerale di elevato spessore sia per l’involucro di produzione, che per la parte di edificio destinata a uffici.

Grazie all’installazione di un’impiantistica efficiente e allo sfruttamento dell’energia solare, mediante impianto fotovoltaico, per la produzione di energia elettrica, si prevede di coprire oltre il 50% dei fabbisogni di energia primaria dell’edificio con energia rinnovabile prodotta in loco. Anche un uso efficiente delle risorse idriche e il mantenimento del ciclo naturale dell’acqua sono strategie indispensabili per ridurre i consumi e limitare l’impatto ambientale legato ai processi di vinificazione. Per questo è stata prevista l’installazione di dispositivi idraulici ad alta efficienza, il mantenimento di un’elevata permeabilità del suolo, lo smaltimento in loco delle acque meteoriche, la pulizia con acqua sotto pressione dei recipienti e delle attrezzature, oltre che dei locali. E ancora: per ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi e la relativa produzione di rifiuti, sono stati analizzati sia i dati relativi al peso delle bottiglie e al contenuto di vetro riciclato che la composizione dei cartoni utilizzati per gli imballaggi.

Parlando poi dell’aspetto “Vita”, l’attenzione è posta sul comfort microclimatico. Secondo i criteri CasaClima Wine, infatti, è necessario garantire un’elevata qualità dell’aria nei locali, assicurando la salute e il benessere dei lavoratori. Per tale motivo è stata eseguita anche un’analisi di valutazione del rischio Radon. Infine la “Trasparenza”: parametri fondamentali per ottenere la certificazione CasaClima Wine sono le valutazioni sull’organizzazione progettuale e sugli aspetti economici dell’intero progetto.

[box bg=”#cccccc” color=”#000000′ title=”Una “casa” sostenibile per il vino della Valtellina”]

La famiglia Prevostini ha iniziato ad amare il vino più di 70 anni fa, un sentimento che origina da un forte legame con il territorio, la Valtellina. Proprio per rafforzare il suo legame con il territorio, Mamete Prevostini ha voluto intraprendere il percorso di certificazione ambientale “CasaClima Wine” della nuova cantina, situata a Postalesio (SO): si tratta della prima cantina certificata CasaClima Wine in Lombardia, la terza realtà in tutta Italia.
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