Made in Italy a tutta birra

Stiamo parlando di un comparto molto redditizio…

Beh sì, il comparto ha valore di fatturato franco-fabbrica di circa 1,5 miliardi di euro, ma con un fatturato di vendita finale ben più elevato, intorno ai 5 miliardi di euro. Non tanto nella Gdo ma soprattutto nel circuito Horeca, c’è infatti un forte moltiplicatore del prezzo. Abbiamo inoltre un indotto molto elevato: da uno studio realizzato da Ernst & Young si aggira intorno ai 150mila addetti, quindi un numero molto alto di occupati. Occorre poi da segnalare la nota positiva della crescita complessiva dei livelli occupazionali che, in controtendenza rispetto a molti altri settori, per il 2012 si attesta al +4,4%. Gli occupati diretti sono stati 4.700, contro i 4.520 del 2011, mentre quelli indiretti sono saliti da 17.800 a 18.000. Gli occupati in tutto l’indotto sono sempre intorno ai 144.000.

Fiumi di birra, quindi…

Non esageriamo, restiamo pur sempre il decimo produttore europeo. Ma non ci lamentiamo: nel 2012 sono stati prodotti 13,4 milioni di ettolitri di birra e questo è il secondo miglior risultato di sempre, dopo il picco del 2003. Di questi, circa il 15% è stato esportato, mentre il resto ha soddisfatto il 65,1% della domanda interna di birra.

Ma il successo interno della birra è il frutto del caso o nasce da iniziative partite dalla vostra associazione?

Sicuramente AssoBirra fa molto per sensibilizzare il proprio mercato e i consumatori in generale. A parte le attività costanti di informazione agli associati su tutti i cambiamenti legislativi a livello nazionale e comunitario, e oltre a rispondere ai quesiti delle aziende, che sono sempre di più, ultimamente c’è stato un notevole allargamento dei soci di AssoBirra con l’entrata di nuovi membri. Adesso l’associazione contempla oltre 40 microbirrifici, per un totale di oltre 50 associati. Le attività svolte sono molte: per il mondo dei piccoli produttori abbiamo proseguito un programma avviato l’anno precedente, partecipando al Vinitaly, negli stand che ospitano i saloni dell’olio.

Eravamo in un grande stand attrezzato da molti piccoli birrifici e abbiamo riscosso un’ottima presenza di pubblico con grande soddisfazione delle aziende presenti, che hanno così avviato contatti per le vendite sia in Italia sia all’estero. Dopodiché abbiamo partecipato a giugno a una manifestazione chiamata Nonsolobirra, al Foro Italico di Roma, sempre con la partecipazione di un alto numero di microbirrifici con degustazioni e piatti di abbinamento. Ma abbiamo proseguito anche con le nostre attività di sensibilizzazione sul consumo responsabile. Quest’anno la grossa novità è stata la disponibilità di MediaFriends, la società del gruppo Mediaset che si occupa di campagne sociali, che ci ha ospitato e prodotto uno spot pubblicitario che sensibilizzava i giovani sulla guida al volante e li invitava a partecipare alle manifestazioni itineranti che noi abbiamo sviluppato in giro per la Penisola. Siamo stati in otto città italiane, partendo da Torino fino alla Puglia, con uno schema che ha avuto un grande successo.

C’era un truck che si muoveva di città in città e che portava al suo interno alcune attività ludicoeducative di controllo delle proprie prestazioni alla guida, grazie a un simulatore che emulava un’intossicazione da alcool, in modo tale che i tempi di reazione fossero quelli di una persona che ha bevuto. Le persone ospitate svolgevano prove di abilità e i più bravi potranno ora fare un corso di guida sicura a Vallelunga. Per quest’iniziativa abbiamo avuto il patrocinio del Governo italiano rientrando negli interventi del programma Guadagnare Salute. E quindi siamo andati in onda con uno spot di responsabilità sociale, cosa che rappresenta la prima volta per un’associazione di categoria, e soprattutto beneficiando di uno spazio di comunicazione gratuito.

Ultima iniziativa importante che ci ha visto coinvolti è stata la partecipazione a Orticola di maggio, a Milano, dove siamo stati partner della manifestazione, facendo passare il messaggio che la birra è un prodotto naturale. Fra i bevitori di birra, dice una ricerca recentissima, sembra esserci una forte correlazione statistica con il fare giardinaggio e occuparsi dell’orto.

Questo sul versante della comunicazione, e invece su quello più prettamente politico?

Sul day-to-day c’è stato e c’è tuttora il problema dell’aumento delle accise, che per la nostra categoria rappresenta un rilevante problema. Un rialzo è già stato varato ed è in vigore, altri sono contenuti in un decreto legge e quindi potrebbe esserci il cumulo di cinque aumenti nello spazio di quindici mesi. Devo dire che questa attività ci ha tenuti occupati ormai ininterrottamente da fine agosto fino a oggi. La recente campagna Salva la tua Birra, partita recentemente, va in questa direzione. Si tratta di una petizione lanciata online per opporsi a questo aumento sconsiderato, e siamo arrivati a 28.500 (al 10 ottobre) firmatari.

Sul tema delle accise non siete soli. Immagino abbiate tavoli di lavoro comuni con altre associazioni di categoria su temi scottanti come questo…

Quando si tratta di temi che riguardano il consumo responsabile ci confrontiamo sempre con altre associazioni, non oserei chiamarli proprio tavoli comuni, ma piuttosto iniziative di sviluppo e collaborazione che hanno sempre funzionato in tutti questi anni. Si tratta perlopiù di associazioni a carattere regionale, spesso create con il nostro ausilio, dedicate ai produttori che fanno birre con prodotti del territorio. Su questo tema ci siamo mossi assieme alle associazioni agricole locali.

Non si tratta di partnership ufficializzate, però si tratta comunque di collaborazioni molto produttive. Invece sul tema delle accise, in ambito confindustriale ci siamo mossi assieme alle due associazioni di categoria più colpite. E questo è un tema specifico sul quale, essendoci comunanza di intenti e di obiettivi, ci siamo confrontati in maniera comune e decisa. Ma la battaglia è ancora lunga.