Intervista all'enologo

Punto di riferimento per la viticoltura, non solo valdostana!

Giorgio Anselmet ha manifestato la passione per la viticoltura fin da giovanissimo, quando caparbiamente ha deciso di proseguire una tradizione di famiglia che si perde nei secoli. Complice suo padre Renato, ha portato in auge la piccola cantina di famiglia fondando Maison Anselmet oggi una delle più importanti e apprezzate realtà vitivinicole della Valle d’Aosta

Giorgio Anselmet

È una giornata di sole, temperata e autunnale, soffia vento caldo, il föhn, ottimo e atteso per l’ultima maturazione dell’uva. Le vigne e le piante decidue stanno cambiando gradualmente colore, e i paesaggi appaiono quelli di un’iconografia vitivinicola classica e consueta se non che, oltre i vigneti terrazzati, si ergono, vicine e impervie, le Alpi già imbiancate dalla prima neve. Siamo in Valle d’Aosta poco oltre il capoluogo. Il fuoristrada di Renato Anselmet abbandona la statale 26, che traccia per intero la Valle, e svolta per inerpicarsi sulla ripida strada per Vereytaz. Qui gli Anselmet hanno inaugurato nel 2007 una cantina moderna e tradizionale allo stesso tempo. L’edificio ricorda le costruzioni storiche del luogo – quindi legno vecchio, pietra antica spazzolata, ferri battuti – ma la struttura produttiva è dotata di un’impiantistica all’avanguardia e sofisticata non solo nell’ottica di produrre vini di qualità, ma anche di contenere i consumi energetici.

È giorno di vendemmia e nel piazzale della cantina l’uva – del Pinot Nero – viene passata in meticolosa rassegna sulla tavola di cernita prima di finire nella pigiadiraspatrice. La qualità di un vino nasce anche da piccoli accorgimenti! La storia di questa famiglia di vignaioli si perde nei secoli, come testimonia un contratto d’acquisto di una vigna datato 1585, ma la spinta a trasformare un’attività da sempre amatoriale e destinata all’autoconsumo in una professionale riconosciuta e premiata risale alla fine degli anni ’70. Nel 1977, a soli 64 anni Enrico Anselmet scompare colpito da un infarto lasciando una vecchia vigna coltivata con passione e una cantina efficiente.

Il figlio Renato, dedito a tutt’altro, in onore del padre decide di non abbandonare la vigna e di provare lui stesso a vinificare. Sono le prime 70 apprezzatissime bottiglie che rinvigoriranno una tradizione ultracentenaria mai venuta meno, oggi portata avanti con successo da Giorgio Anselmet, che insieme al padre Renato ha reso la Maison Anselmet una delle più importanti e apprezzate realtà vitivinicole della Valle d’Aosta.

Gli Anselmet hanno inaugurato nel 2007 una cantina moderna e tradizionale allo stesso tempo

Renato Anselmet, 70 bottiglie di buon vino, per cominciare!

Un Petit Rouge! Quell’anno, era il 1978, toccò a noi viticoltori di Saint Pierre organizzare l’annuale festa del vino. Passò dal mio banco, nel giorno della festa, un noto ristoratore del luogo, assaggiò il vino e proseguì il giro dei vignaioli presenti. Poco più tardi tornò da me e disse: «Lunedì sono chiuso, ma martedì ti aspetto con 24 bottiglie del tuo vino. Quasi la metà di quello che avevo imbottigliato! Rinnovò presto l’ordine con altrettante bottiglie. Partimmo da lì… Oggi Maison Anselmet ha superato le 70mila bottiglie, i suoi vini hanno ricevuto più volte i Tre Bicchieri dalla Guida “Vini d’Italia” del Gambero Rosso, sono arrivati anche i 5 Grappoli 2014 A.I.S. Bibenda per il nostro Vallée D’Aoste Chardonnay 2012. Anno dopo anno, abbiamo selezionato i vitigni, ampliato la superficie dei vigneti, aumentato la produzione in termini quantitativi e qualitativi. Sono state introdotte tecnologie e tecniche di vinificazione innovative, abbiamo compiuto scelte coraggiose che hanno trasformato una piccola azienda vitivinicola in un punto di riferimento per la viticoltura: non solo valdostana…

Giorgio lei si appassionò presto a questo lavoro.

A tredici anni quando si trattò di decidere l’iter scolastico non mi lasciai tentare dai benevoli consigli paterni e m’iscrissi allo IAR, l’Institut Agricole Régional. Ebbi la fortuna di avere tra i docenti Chanoine Joseph Vaudan, professore di viticoltura ed enologia. Una persona illuminata che ispirò parecchi giovani, oggi vigneron affermati qui in Valle. Lui non fu particolarmente assiduo sulla tecnica enologica, ci insegnò piuttosto a osservare e qui, vista l’eterogeneità pedoclimatica del territorio, per qui vuole coltivare la vigna è una capacità fondamentale.

La barricaia è stata realizzata con pareti in tufo per garantire la giusta temperatura e umidità durante l’affinamento dei vini

Che cosa intende?

Negli attuali otto ettari dell’azienda abbiamo 64 vigne, diverse per dimensione da 1.000 a 14.000 mq, per localizzazione da Saint Pierre a Chambave, per quota da 600 a 900 metri; diverse anche per costituzione del terreno e vitigni impiantati. Coltiviamo vitigni autoctoni come il Petit Rouge, il Fumin, e internazionali come lo Chardonnay, il Merlot, il Syrah. Ogni vitigno ha la sua parcella. Individuare il vitigno più vocato per un certo terroir è fondamentale. E qui l’eterogeneità tra i terroir certo non manca…

Nello stesso comune, alla medesima altezza troviamo vitigni diversi, quelli esposti a Sud, a Ovest, a Est; ogni 100 m di quota ci sono ritardi di maturazione di una settimana. Il mio professore considerava l’individuazione del giusto vitigno una scelta di vita, visto che la pianta passa poi in dote alle generazioni successive… Quando abbiamo iniziato avevamo solo qualche migliaio di metri quadrati di vigneto, oggi molti di più! È stata una crescita graduale e ogni volta abbiamo dovuto scegliere. Le scelte sono state finora azzeccate. Non abbiamo seguito le tendenze del mercato, abbiamo piuttosto scelto il vitigno regolandoci sulle epoche di maturazione e sulle caratteristiche del terreno.

[box bg=”#cccccc” color=”#000000′ title=”Le scelte impiantistiche di Maison Anselmet”]

Pigiadiraspatrice: Imma
Pressa: Willmess
Vasche: Azzini
Pompa: Francesca
Imbottigliatrice: Gai
Etichettatrice: OMB
Cella frigorifera: Cagnasso

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Continua …

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