Il ripensamento Ue sulle oliere danneggia l’export italiano

La decisione della Commissione europea di eliminare il divieto di utilizzo delle oliere anonime nei locali pubblici vede contrario il settore oleario italiano. In Italia il divieto resta in vigore grazie alle “Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini” che impone diversi altri obblighi come l’indicazione in etichetta del termine minimo di conservazione di 18 mesi dalla di imbottigliamento, il riconoscimento di nuovi parametri e metodi di controllo qualitativo, l’estensione del reato di contraffazione di indicazioni geografiche, l’interdizione da attività pubblicitarie in caso si siano divulgati spot ingannevoli, il rafforzamento dei metodi investigativi con il diritto di accesso ai dati sulle importazioni aziendali. L’Italia è il secondo produttore al mondo di olio di oliva con circa 250 milioni di piante, mezzo milione di tonnellate prodotte, un fatturato di 2 miliardi di euro, 50 milioni di giornate lavorative 40 oli extravergine d’oliva Dop/Igp.