Imbottigliatore del mese

Il sapore agricolo di birra Gjulia

È la prima birra agricola del Friuli, è prodotta dal birrificio Gjulia che coniuga una filosofia imprenditoriale legata al territorio e alla natura, alla tradizione e alla innovazione, grazie al dinamismo dei titolari, i fratelli Zorzettig.

Marco (a destra) e Massimo Zorzettig con il birraio Mirco Masetti (al centro)

E’ una bionda molto speciale, si chiama “Grecale”. È una doppio malto, alta fermentazione, prodotta dal birrificio Gjulia, di proprietà dei fratelli Marco e Massimo Zorzettig, in Friuli Venezia Giulia. Già nota per la produzione di vini la famiglia Zorzettig ha radici imprenditoriali lontane, di lunga tradizione vinicola e nel dinamismo generazionale Marco e Massimo hanno scommesso anche sulla produzione di birra. Tornando alla Grecale, è una delle tipologie di bionda prodotte da Giulia, senz’altro è la più particolare, considerato le caratteristiche che la radicano al territorio e il connubio atipico con il vino. Con 5300 bottiglie disponibili, in edizione limitata, la “Grecale” è in commercio solo in un periodo dell’anno: la prima settimana di novembre. Chi l’ha assaggiata assicura che è unica e non certo per l’inebriamento dato dalla gradazione alcolica (9 gradi), ma per l’aggiunta di mosto d’uva Picolit, che gli conferisce quel sapore ineguagliabile che lascia il palato soddisfatto e appagato. Il birrificio Gjulia abbraccia diverse birre, riconoscibili dal logo elegante e tradizionale d’ispirazione marina: la rosa dei venti. Il logo infatti sintetizza come nella filosofia aziendale, innovazione e tradizione vadano a braccetto guardando al futuro senza dimenticare le tradizioni del passato. «Abbiamo scelto la rosa dei venti per identificare le nostre birre – dice Marco Zorzettig – partendo da Nord con la classica bionda, virando ad Est con la weizen di frumento, proseguendo verso Sud con la nera, ed infine arrivando ad Ovest con l’ambrata». A proposito di innovazione tecnologica: nuovo è anche l’impianto d’imbottigliamento che consente la non ossidazione del prodotto mentre invece tradizionale la ricetta che richiama al territorio, così come per i vini della azienda agricola Alturis. Guardando invece alla green economy, il birrificio è autonomo: l’energia che viene usata per la produzione proviene direttamente da fonti rinnovabili, l’acqua per la produzione è locale così come le materie prime.

La storica casa vinicola dei fratelli Zorzettig ha presentato un nuovo prodotto imbottigliato uscendo dalla tradizionale produzione vinicola per dedicarsi alla birra: perché questa scelta?
Io e mio fratello Massimo – racconta Marco Zorzettig – abbiamo voluto intraprendere una nuova sfida per due ragioni: siamo convinti delle potenzialità della birra come prodotto da affiancare al vino; volevamo valorizzare i nostri ettari coltivabili. Grazie alla legge che converte la produzione della birra da industriale ad agricola abbiamo fugato ogni dubbio.

Si tratta della prima agricola prodotta in Friuli Venezia Giulia, come siete arrivati alla produzione? Dove prendete le materie prime?
L’orzo, l’acqua e il lievito sono locali, perciò la nostra è una vera e propria produzione agricola. Utilizziamo i nostri appezzamenti di terreno, una quindicina di ettari, vicini all’Abbazia di Rosazzo, un posto suggestivo e dalla forte vocazione agricola.

Perché la chiamate birra agricola?
La nostra produzione per oltre il 90% è made in FVG. Una birra per essere considerata agricola deve possedere almeno il 50% degli ingredienti prodotti in casa. La nostra birra è autoctona e home made grazie al nostro stabilimento a San Pietro al Natisone, dove l’acqua del Monte Mia è risultata la più idonea per realizzare le birre che sognavamo.

Quanto conta nella vostra filosofia aziendale il km 0?
Moltissimo, ovviamente, come in ogni produzione agricola. La nostra birra non ha nulla a che vedere con la produzione industriale. Chi la stappa deve sentire il profumo e il sapore genuino di una cosa fatta in casa.