Leggende metropolitane

Maria Zemira Nociti

Nei primi mesi del 2013, sono stati riportati dalla cronaca diversi episodi di frodi alimentari con il rinvenimento di prodotti in pessimo stato di conservazione, contaminati da parassiti, con ingredienti non dichiarati in etichetta o palesemente farlocchi. Le “allerte” cibo ingrassano i vecchi e i nuovi media; improvvisamente tutti diventano esperti in sicurezza alimentare e tanti sacrificano, più o meno scientemente, la verità allo scoop. Le affermazioni sensazionalistiche lette sui giornali o ascoltate in TV allarmano i consumatori che, impressionati, le rilanciano sui social network, creando un passa parola di false convinzioni e pregiudizi, difficili da smantellare anche a fronte di spiegazioni razionali e tecnicamente motivate. Per esempio circolano ancora le strane dicerie che vorrebbero il latte scaduto, pastorizzato più volte e riconfezionato riportando un codice che permette di sapere quante volte il prodotto è stato “riciclato”, e ancora la storia del pane prodotto in Romania, precotto in forni alimentati con copertoni e legno di bare dismesse, surgelato e destinato alle panetterie italiane, oppure, non ultima l’idea che l’etichettatura d’origine avrebbe certamente impedito il recente episodio della carne di cavallo rinvenuta in ragù e polpette. Alcuni giorni fa ho scoperto per caso che le casalinghe italiane patite della TV hanno un nuovo idolo: il dr. Mehmet Oz che nel programma cult il “The Dr. Oz Show” elargisce consigli su come vivere sani e più a lungo. Nella puntata del programma trasmessa in USA l’11 febbraio scorso, con un audience di oltre 3 milioni di spettatori, il dr. Oz sosteneva che due terzi dell’olio extra vergine di oliva oggi in vendita in America non è vero extravergine e consigliava al consumatore un semplice test casalingo: mettere la bottiglia in frigorifero, se l’olio solidifica è extravergine, se resta liquido è un falso. La North American Olive Oil Association ha subito smentito l’attendibilità di questa prova, e il Davis Olive Center dell’Università della California è stato tempestato di richieste di chiarimenti da parte di consumatori e operatori del settore, che seguito il consiglio del dr. Oz e appurato che l’olio non solidificava si ritenevano truffati. Per rassicurare l’opinione pubblica i ricercatori dell’Olive Center hanno condotto una propria analisi e definito inattendibile il test del frigorifero. Sette campioni (olio extravergine di oliva, olio di oliva e loro miscele, oli di semi tal quali e miscelati con extravergine) sono stati conservati in frigorifero a 4,8 °C, dopo 60 ore nessuno era solidificato e dopo 180 ore era parzialmente solidificato solo il campione che conteneva un mix 50/50 di extravergine e olio di oliva. Se è vero che alle basse temperature, le cere e gli acidi grassi a catena lunga tipici dell’olio extravergine di oliva solidificano, è altrettanto vero che la quantità relativa di questi composti varia molto da olio a olio. Inoltre, per impedire la solidificazione e conservare l’olio più a lungo, i produttori potrebbero in teoria aver usato la nuova tecnologia brevettata dall’Università di Barcellona: un trattamento a ultrasuoni che riducendo la solidificazione di cere ed acidi grassi a catena lunga permette di conservare l’extravergine a bassa temperatura (4-6 °C) fino a 16 mesi mantenendo le caratteristiche chimico-fisiche e sensoriali. Certo, c’è differenza fra dire il falso sapendo di mentire e dire il falso in buona fede, pensando che ciò che si dice sia vero. Quando si divulgano temi scientifici bisognerebbe sempre prima informarsi bene e inquadrare correttamente il problema, controllare le proprie affermazioni presso fonti attendibili, meglio se di prima mano e non di parte. Mi sembra la sola garanzia per non divulgare false notizie o mezze verità che confondono i consumatori e non rovinare a torto un mercato.

2 Commenti

  1. È da circa 50 anni che in meridione e in tutto il resto del mondo, si usa il sistema dell’olio in frigorifero, per capire se è stato miscelato con altri olii meno pregiati!
    Adesso arriva lei e dice che i produttori usano gli utrasuoni per non farlo solidificare?

    Diciamo la cose come stanno, perchè mi pare che pure lei “mente sapendo di mentire” come i giornalisti che cita. Da qualche hanno 4 o 6 la comunità europea e quella americana, con il CODEC ALIMENTARIUS MONDIALE hanno fatto approvare una legge secondo cui l’olio l’oliva può essere miscelato con IL 70% DI ALTRI PRODOTTI senza che questi vengano menzionati sull’etichetta, alla faccia e danno di tutti i consumatori e in favore di tutti i grossi gruppi produttivi di olii!

    Comunque, complimenti per aver tentato di sviare un’altra volta la verità!

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