Prime conseguenze della Legge n. 9 del 14 gennaio 2013

Assitol e Federolio hanno scritto ai ministeri dello Sviluppo economico, Politiche agricole e all’Agenzia delle Dogane contestando, nel metodo e nel merito, l’applicazione di due misure previste dalla Legge n. 9 del 14 gennaio 2013. È stata infatti data un’interpretazione restrittiva delle nuove regole sull’etichettatura e in particolare sull’indicazione obbligatoria dell’origine e sull’uso dei marchi relativi alle menzioni geografiche. Le due associazioni sostengono la legge è inapplicabile fino al 22 novembre 2013 in quanto oggetto di una richiesta di sospensione in applicazione del periodo di “status quo” definito dalla procedura sulle regolamentazioni tecniche. Un altro oggetto del contendere è il “Traffico di perfezionamento attivo” ossia la facoltà, prevista dalla disciplina doganale europea, di importare l’olio d’oliva da Paesi terzi senza pagare dazi purché l’olio sia destinato all’export verso mercati extracomunitari. In Italia, tale pratica deve essere autorizzata da MIPAAF che da tempo non concede più nullaosta. Questo blocco può essere superato applicando la Procedura d’importazione per equivalenza, che prevede, su richiesta di Paesi terzi, l’importazione e la lavorazione di oli extracomunitari con l’impegno a riesportarli verso tali nazioni. L’olio trasformato ed esportato deve essere di tipologia e in quantità equivalente a quello importato, ma non necessariamente lo stesso. Secondola Legge n. 9, l’importazione per equivalenza è soggetta ad autorizzazione da parte del Comitato di coordinamento di cui all’art. 6 del Decreto legge n. 282 del 1986, convertito, con modificazioni, dalla Legge 7 agosto 1986, n. 462, ma il suddetto Comitato è stato soppresso. La Legge 9 sta quindi favorendo soprattutto i Paesi concorrenti dell’Italia.